Studio sull'impatto della Crisi da Covid sui bilanci delle cantine

Studio sull'impatto della Crisi da Covid sui bilanci delle cantine
Il Centro Studi Management DiVino ha realizzato nel maggio di quest’anno un’indagine per analizzare l’impatto sui bilanci delle imprese vitivinicole della crisi da Covid-19. La ricerca presenta tre particolarità che la differenziano da altri studi sul settore:
 
  1. l’ampiezza del campione di imprese: n° 618 imprese. Abbiamo preso in esame anche le imprese minori ampliando la studio a tutte le imprese italiane del settore che superano i 3 milioni di ricavi;
  2. l’oggetto dello studio: sono stati analizzati, oltre ai bilanci, anche i rendiconti finanziari per evidenziare come le imprese generano e assorbono la loro liquidità;
  3. la realizzazione una simulazione prospettica sui bilanci 2020 che tenga conto della situazione venutasi a creare con la crisi da Covid.. 
Il campione di imprese analizzate
 
Abbiamo individuato tutte le imprese italiane con più di tre milioni di euro di ricavi che sono risultate essere n° 618 imprese (di cui 200 cooperative e 418 srl e spa). Le abbiamo suddivise in tre cluster sulla base dei loro ricavi: 
  • le imprese minori con ricavi da 3  10 milioni di euro: n° 368
  • le imprese medie con ricavi da 10 a 30 milioni di euro: n° 162
  • Imprese grandi con ricavi oltre i 30 milioni di euro: n° 88 
Analisi economica 2018 e trend 2019
 L’analisi economica sui bilanci del 2018 (la disponibilità dei dati del 2019 è ancora ridotta ad un 30% del campione e pertanto non è stata qui rappresentata) porta una serie di conferme a situazioni abbastanza note e consolidate:
  • le imprese minori hanno buoni margini di contribuzione (+37%) ma una bassa redditività netta (+2,1%);
  • le imprese medie riducono il margine di contribuzione al +31% con una redditività in crescita al +2,4%;
  • le imprese maggiori sviluppano lo stesso trend scendendo ad un margine di contribuzione del 29,4% e con redditività in crescita al 5,1%. 
I motivi di questa diversa dinamica economica risiedono nelle caratteristiche proprie delle imprese appartenenti a ciascun cluster:
  • Imprese minori: ricorrono meno ad acquisti esterni e presentano un miglior valore aggiunto. Allo stesso tempo hanno strutture patrimoniali molto pesanti rispetto al totale dei loro asset (Immobilizzazioni materiali/tot attivo = 42%). Questa situazione non porta ad economie di scala e appesantisce il conto economico con il costo degli ammortamenti.
  • Imprese medie: a fronte di un maggior ricorso ad acquisti esterni che riduce il margine di contribuzione hanno strutture di produzione che incidono meno sui loro asset (Immobilizzazioni materiali/Tot attivo = 36%) e l’accresciuta dimensione della produzione permette economie di scala maggiori.
  • Impese grandi. In queste imprese il “peso patrimoniale”  della struttura produttiva scende al 25% e l’elevato volume della produzione e vendita sviluppa economie di scala e opportunità commerciali assolutamente maggiori rispetto alle altre categorie di imprese.. 
Analisi finanziaria
 
Per lo sviluppo dell’analisi finanziaria abbiamo utilizzato i dati dei rendiconti finanziari cercando di scoprire come le imprese generino la loro liquidità e come tale liquidità venga assorbita nello sviluppo delle diverse attività aziendali.
 
Tutti i tre cluster di impresa presentano elevati flussi di cassa generati dalla gestione che, sommati alle variazioni dei mezzi propri sono in grado di coprire i fabbisogni finanziari generati dalle politiche di investimento. I mezzi finanziari presentano delle variazioni in aumento assolutamente minori rispetto agli incrementi degli investimenti nel periodo. 
 
La simulazione sul bilancio 2020
Sulla base dei dati storici abbiamo costruito dei modelli di funzionamento economico e finanziario dei tre cluster analizzati e su tali modelli abbiamo sviluppato una simulazione assumendo le seguenti ipotesi di lavoro:
  • Riduzione ricavi 2020: -20% su 2018
  • Applicazione della cassa integrazione
  • Mix CV e CF da modello previsionale
  • Incremento delle rimanenze: + 10% sul 2018
  • Δ immobilizzazioni: 50% del Δ 2017-2018
  • Δ altre voci: invariato al fine di evidenziare fabbisogno di mezzi finanziari. 
La simulazione sul 2020 evidenzia una diversa tenuta economica dei tre cluster: vanno in forte perdita le imprese più piccole (Ebit -3,6%), in perdita le medie (Ebit -3,5%) e resistono le grandi (Ebit +1,1%). Dal punto di vista finanziario si annullano i flussi generati dalla gestione (per la perdita di redditività e per l’incremento dei magazzini) e diventa assolutamente necessaria una «rivoluzione» nel ricorso al debito e a nuovi mezzi propri. Particolarmente difficile è la situazione delle imprese minori che producono variazioni negative nei loro cash-flow flussi (-50M) e pertanto potranno sostenere le loro attività solo con risorse finanziarie assolutamente più consistenti rispetto alla loro consuetudine. (slide 2 e 3)
 
Conclusioni
  • Per mantenere il sistema in equilibrio finanziario, pur con ridotta attività di investimento, a parità di intervento sui mezzi propri, il sistema finanziario dovrà moltiplicare i sui interventi.
  • In assenza di un intervento finanziario importante aumenteranno le pressioni al ribasso (già presenti da tempo) per i prodotti in acquisto: uva e vino sfuso. La filiera rischierà di non essere più equilibrata nella distribuzione del valore.
  • La tensione finanziaria rallenterà il pagamento ai fornitori appesantendo ulteriormente l’intera filiera 

Per modificare uno scenario così complesso gli imprenditori del settore dovranno ricorrere a continue scelte di adattamento e attuare ogni possibile strategia per:
  • monitorare i flussi finanziari
  • attuare politiche di risparmio delle spesa che non penalizzino una pronta ripresa  (vedi investimenti marketing commerciali)
  • sostenere le proprie vendite con aggregazioni per una più efficacie internazionalizzazione
  • sviluppare le vendite online
  • costruire nuove relazioni con gli istituti di credito
  • aprirsi ai mercati finanzi 

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