Indagine "Le variabili del successo" - VinoVip 2019

Indagine
L’indagine è stata realizzata dal Centro Studi “Il Management DiVino” su commissione di Foragri (Fondo Paritetico Professionale per la Formazione Continua in Agricoltura) nell’ambito della manifestazione VinoVip  Cortina 2019 promossa da Civiltà del Bere.
L’ambito di presentazione è stato il talkshow “Tra desiderio e mercato” e pertanto abbiamo cercato di sviluppare una ricerca che mettesse in luce aspetti quantitativi e qualitativi del mondo del vino.

La ricerca è stata effettata sulle 54 aziende presenti a VinoVip Cortina 2019 sulle quali è stata realizzata una 
• Indagine quantitativa sui bilanci disponibili 2013-2017
• Indagine qualitativa sulle scelte strategiche

Lo scopo della ricerca far emergere le “variabili del successo” dell’impresa vitivinicola.

L’aggregato dei bilanci oggetto della ricerca porta ad un significativo campione: ricavi oltre i 2 miliardi di euro con una crescita nel periodo del 19,18%.Con le vendite sono cresciute anche le marginalità: EBITDA + 30,62%; EBIT + 48,01%; UTILE NETTO + 115,44%. Si tratta quindi di un campione di aziende  che hanno goduto di un quinquennio di sviluppo e marginalità. Tale andamento è stato confrontato con l’annuale report di Mediobanca sulle maggiori imprese italiane del settore per fatturato  (nell’ultima analisi ne prende in considerazione 168). Si tratta di un campione diverso dal campione VinoVip in quanto in quest’ultimo troviamo grandi aziende e aziende anche significativamente più piccole. Le differenze tra i due campioni le troviamo  sulla redditività del capitale investito ROI (6,6% Mediobanca contro il 5,045 di VinoVip). Quanto invece all’indice ROE relativo alla redditività dell’equity (il valore investito dall’imprenditore) i due valori si avvicinano (7,2% contro il 9,95%). Quindi il ritorno dell’investimento della proprietà è simile nei due campioni.

Per una maggior comprensione dei fattori alla base del successo delle imprese  analizzate abbiamo calcolato la mediana 2013-2017  del rapporto IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI/TOTALE ATTIVO = 0,4. Le società sono state suddivise in due insiemi a seconda che l’indice di ciascuna fosse superiore o inferiore a 0,4x:
Gruppo A con indice superiore a 0,4x
Gruppo B con indice inferiore a 0,4x.

L’Ebitda Margin dei due gruppi è tendenzialmente allineato nel corso dei cinque anni, con un leggero maggior valore di A rispetto a B. La creazione di valore tra i due gruppi è quindi simile. L’Ebit margin del gruppo A risulta invece inferiore a quello del gruppo B, in quanto il primo gruppo ha una maggiore Capital Intensity (D&A/Ebitda), dovuta sostanzialmente all’ammortamento delle immobilizzazioni materiali (oltre che delle immateriali, sebbene in minor misura). 

Il Net Margin di A è significativamente inferiore a quello del gruppo B, in quanto le società del gruppo A presentano maggiori oneri finanziari
Le aziende di A e B, entrambe hanno performance di crescita nel tempo significative (il settore crea valore nel ML tempo) ma il gruppo A, più immobilizzato e con strutture patrimoniali più significative, ha una crescita dell’EBIT  nei 5 anni del +78,5%,  maggiore rispetto al gruppo B che si assesta al +48,9%.  In relazione all’incremento delle vendite l’EBIT  del gruppo A cresce di 3,59 volte mentre quello di B di 2,83 volte. Il gruppo A parte da valori di redditività più bassi a causa del peso degli ammortamenti e degli oneri finanziari ma ha una leva operativa migliore e si assiste ad una specie di “effetto rimbalzo”. Possiamo quindi affermare che la tendenza  nel ML periodo è quella verso una convergenza delle performance  reddituali di tra le aziende che investono maggiormente in immobilizzazioni (vigneti in particolare) e le aziende meno immobilizzate.

Passando all’analisi della Posizione Finanziaria Netta il Gruppo A presenta ad inizio periodo un quoziente PFN/Ebitda pari a 6,14. A fine periodo tale rapporto è sceso a 3,77, molto simile al 2,56 del Gruppo  B. Evidentemente lo sviluppo dei ricavi e il miglioramento delle marginalità genera flussi finanziari positivi (da sottolineare anche il miglioramento generale del campione sui giorni medi di incasso dai cliente che passa dai ,1 del 2013 agli 85,5 del 2017).

Ma le sorprese interessanti emergono anche dall’indagine sulle scelte strategiche di fondo:

• Se il valore si crea nel ML periodo le strategie per perseguirlo si equilibrano tra strategie di sviluppo e strategie di efficienza operativa. Per il successo ogni sviluppo commerciale deve essere accompagnato da una crescita di efficienza e di competitività operativa.
• Queste strategie tendono a creare una offerta di  valore per il Cliente che vede al primo posto il valore del Brand e all’ultimo posto il prezzo: il valore “immateriale” vince sul valore “materiale”.
• I processi aziendali che rendono credibile questa proposizione di valore vengono individuati nella “valorizzazione del territorio”,  nella “fidelizzazione della clientela” e nella “sostenibilità e riduzione dei trattamenti”. L’azienda esiste se valorizza il territorio a cui appartiene (si genera un valore che va oltre all’azienda)  e se è tutta orientata ad una relazione di lungo periodo con il proprio cliente.
• Le competenze manageriali necessarie per essere vincenti in questi processi sono la “valorizzazione dei talenti” e “l’utilizzo di sistemi di pianificazione e controllo di gestione”.

Si viene quindi a delineare un vero e proprio “identikit dell’impresa di successo" :

• Crea valore nel tempo
• Equilibra strategie di sviluppo ed efficienza
• Considera il BRAND il vero valore per il Cliente
• I suoi processi strategici sono la valorizzazione 
del territorio e dei Clienti
• Sviluppa talenti ed è attenta ai numeri

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