Per crescere ogni azienda del vino dovrebbe chiedersi come sviluppare l’impresa con mercati complessi e fortemente competitivi e consumatori sempre più attenti.
Conoscere il mercato, digitalizzare i processi, rispondere al consumatore attento, attuare le strategie vincenti, sono i temi che sono stati sviluppati nel corso del convegno.
Il prof. Davide Gaeta dell’Università di Verona, partner dell’iniziativa, ha fornito una lettura del mercato del vino italiano evidenziandone sia i successi ma anche alcune importanti criticità affermando che “vi è una gestione mediatica del dato statistico dell’export vitivinicolo italiano, tendente a generare un ottimismo ingiustificato”. I dati portati a giustificare il giudizio sono diversi: dalla percentuale di vini doc/igt italiani esportati che oggi raggiungono una quota di circa il 50% del totale (che significa che l’altro 50% è vino da tavola da tavola, venduto sfuso e quasi sempre di basso posizionamento) alla presenza del Prosecco cresciuto nell’ultimo decennio del 600% e negli ultimi due anni del 44% rappresentando una crescita che altera i dati complessivi relativi alle altre tipologie di vino che non sono altrettanto performanti. In ogni caso il settore rimane molto importante anche nel futuro: dal 2007 ad oggi è passato dai circa 142 a oltre 192 miliardi di dollari ed in termini previsionali al 2022 è previsto un aumento di altri 15 miliardi di dollari (per raggiungere un valore di ben 207 miliardi di dollari).
Di fronte a questi numeri si capisce perché c’è molta attenzione al settore da parte degli operatori economici e professionali.
Studio Impresa oggi coordina un team di esperti del settore che nel corso del seminario hanno presentato i loro lavori.
Luca Toninato di Enogis ha illustrato come la digitalizzazione delle aziende vitivinicole parte dalle attività in campagna dove è sempre più importante gestire i vigneti in modo moderno utilizzando tutte le tecnologie disponibili.
La gestione del dato permette infatti una gestione efficiente dei processi di cantina e un sistema di controllo di gestione moderno.
L’argomento è stato presentato da Massimo Marietta di Sistemi Spa, società leader nei software gestione per cantine.
La disponibilità di dati digitali è anche alla base di un processo di tracciabilità nell’interesse di un consumatore sempre più attento che , grazie alle blockchain, riesce oggi a conoscere tutto del vino che sta bevendo. Fulvio Conti di Almaviva ha presentato un caso concreto che utilizza tecnolgia NFC e blockchain per tracciare la vita del vino dal vigneto alla bottiglia sullo scaffale.
Il convegno si è concluso con la relazione di Luca Castagnetti, partner di Studio Impresa e responsabile della divisione Wine dello Studio che ha presentato il suo ultimo lavoro: “La mappa strategica per lo sviluppo delle imprese vitivinicole”. Secondo Luca Castegnetti “Si tratta di un modello per elaborare strategie vincenti che trasformino in valore l’enorme patrimonio di conoscenze e competenze delle aziende vitivinicole che non sempre sono capaci di fare accanto ad un vino eccellente anche una azienda eccellente.
Conoscere il mercato, digitalizzare i processi, rispondere al consumatore attento, attuare le strategie vincenti, sono i temi che sono stati sviluppati nel corso del convegno.
Il prof. Davide Gaeta dell’Università di Verona, partner dell’iniziativa, ha fornito una lettura del mercato del vino italiano evidenziandone sia i successi ma anche alcune importanti criticità affermando che “vi è una gestione mediatica del dato statistico dell’export vitivinicolo italiano, tendente a generare un ottimismo ingiustificato”. I dati portati a giustificare il giudizio sono diversi: dalla percentuale di vini doc/igt italiani esportati che oggi raggiungono una quota di circa il 50% del totale (che significa che l’altro 50% è vino da tavola da tavola, venduto sfuso e quasi sempre di basso posizionamento) alla presenza del Prosecco cresciuto nell’ultimo decennio del 600% e negli ultimi due anni del 44% rappresentando una crescita che altera i dati complessivi relativi alle altre tipologie di vino che non sono altrettanto performanti. In ogni caso il settore rimane molto importante anche nel futuro: dal 2007 ad oggi è passato dai circa 142 a oltre 192 miliardi di dollari ed in termini previsionali al 2022 è previsto un aumento di altri 15 miliardi di dollari (per raggiungere un valore di ben 207 miliardi di dollari).
Di fronte a questi numeri si capisce perché c’è molta attenzione al settore da parte degli operatori economici e professionali.
Studio Impresa oggi coordina un team di esperti del settore che nel corso del seminario hanno presentato i loro lavori.
Luca Toninato di Enogis ha illustrato come la digitalizzazione delle aziende vitivinicole parte dalle attività in campagna dove è sempre più importante gestire i vigneti in modo moderno utilizzando tutte le tecnologie disponibili.
La gestione del dato permette infatti una gestione efficiente dei processi di cantina e un sistema di controllo di gestione moderno.
L’argomento è stato presentato da Massimo Marietta di Sistemi Spa, società leader nei software gestione per cantine.
La disponibilità di dati digitali è anche alla base di un processo di tracciabilità nell’interesse di un consumatore sempre più attento che , grazie alle blockchain, riesce oggi a conoscere tutto del vino che sta bevendo. Fulvio Conti di Almaviva ha presentato un caso concreto che utilizza tecnolgia NFC e blockchain per tracciare la vita del vino dal vigneto alla bottiglia sullo scaffale.
Il convegno si è concluso con la relazione di Luca Castagnetti, partner di Studio Impresa e responsabile della divisione Wine dello Studio che ha presentato il suo ultimo lavoro: “La mappa strategica per lo sviluppo delle imprese vitivinicole”. Secondo Luca Castegnetti “Si tratta di un modello per elaborare strategie vincenti che trasformino in valore l’enorme patrimonio di conoscenze e competenze delle aziende vitivinicole che non sempre sono capaci di fare accanto ad un vino eccellente anche una azienda eccellente.